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    Anton Maria Salvini

    Sonetto II

    O poca nostra nobiltà di sangue,
    Che da’ Padri quaggiuso origin prende!
    Oual vecchia fiamma si consuma, e langue
    S’un novello splendor non la raccende.
    Insidiator, qual sotto l’erba l’angue.
    Il tempo ognora debile la rende,
    E sì si muore senza spirto, e esangue:
    Che non dal Cielo la sua vita prende.
    O Padre nostro, che ne’ cieli stai,
    E che il Padre primier formasti in pria
    Ogni padre terren vinci d’assai.
    A te sospira l’alma, e te desia,
    E ritornar dopo i terrestri guai
    Spera all’eterna sua Patria natia.


    Sonetti XIV. sopra il Pater noster fatti dal Sig. Dottore Anton Maria Salvini il giorno dell’Ascensione l’anno 1721. nel tempo della sua gotta, per divozione del giorno, e per alleggerii mento di quella.




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