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    Antonio Manussos

    Il canto del soldato

    Oh! se a me fosse dato mutare
    Di mia vita l’autunno in aprile,
    Le dovizie i piaceri sprezzare
    Io saprei della terra purchè,
    Mi fidasse una spada un fucile,
    La mia Patria, l’amato mio Re! —

    Fui soldato, e lo sono tuttora:
    Questa è gloria che mai non si spegne!
    Sulla fronte abbronzita l’aurora
    Mille volte il suo bacio lasciò: —
    Ho diffeso di Marco l’insegne,
    Per la Croce or morire saprò.

    Il mio cuore di gioia sorrise
    Sempre in faccia al periglio, alla morte:
    Solo piansi allorchè mi divise
    Dal compagno il destino crudel,
    Che alla mischia pugnando da forte,
    Lo raccolse la gloria in suo vel!

    Rispettare dovria la mitraglia
    Del valente l’impavido petto! —
    Ma l’eroe che caduto è in battaglia
    Per la Patria, morire non può! —
    Vive in Ciel, fra gli eletti è l’eletto;
    Veglia in terra la Patria che amò.

    Sul terreno che caldo e bagnato
    Era ancora dal sangue dei prodi,
    Quante volte posando ho sognato
    La Vittoria sorridermi in cor! —
    E fra i canti gli amplessi e le lodi,
    A guidarmi il desio dell’onor!

    Oh! potessi dal tempo che fugge
    La fiorita stagion ripigliarmi;
    Da quell’onda che tutto distrugge
    Cacciar fuori dei sogni l’età!
    Il mio mondo sarebbe fra l’armi,
    Il mio nume saria Libertà!




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