Library / Literary Works

    Ernesto Ragazzoni

    Il teorema di Pitagora

    I tempi sono tristi! Il vecchio mondo s’usa
    a trascinarsi il fianco nel giro dei pianeti!
    Le balene si fan sempre più rare, i feti
    voglion dar fuoco all’alcool ove la vita han chiusa.
    Per consolarti, o povera anima mia, ripeti:
    il quadrato costrutto sovra l’ipotenusa
    è la somma di quelli fatti sui due cateti.

    Anima mia, rammenti? dall’ombre d’oggi illusa,
    questo non ti riporta al raggio dei dì lieti?
    O che non ci fiorivano nel cuor tutti i roseti
    al tempo in cui a zuffa coll’algebra confusa,
    sui banchi imparavamo, monelli irrequïeti,
    che il quadrato costrutto sovra l’ipotenusa
    è la somma di quelli fatti sui due cateti?

    Ora, i tempi a mal volgono. L’un polo l’altro accusa
    di accaparrarsi il ghiaccio, e sono ambo inquieti;
    l’oche pretendon esser — ahimè! — cigni; i poeti
    annegano in tropp’acqua il vino della musa;
    le questioni scottanti brucian tutti i tappeti;
    ma il quadrato costrutto sovra l’ipotenusa
    è la somma di quelli fatti sui due cateti.

    Il cannone, Tamagno delle battaglie, abusa
    della sua voce, e fulmina. — O dunque, dai roveti
    ardenti più non parlano i Jeova ai profeti?
    Non tentenna la terra a un guardo di Medusa?
    Un mane, techel, phares è a tutte le pareti...
    Ma il quadrato costrutto sovra l’ipotenusa
    è la somma di quelli fatti sui due cateti.

    La vita è una prigione in che l’anima hai chiusa,
    uomo, ed invano brancoli cercando alle pareti.
    Sono di là da quelle i bei fonti segreti
    ove tu aneli, e dove la pura gioia è fusa.
    Qui, solo hai qualche gocciola di ver per le tue seti.
    Il quadrato costrutto sovra l’ipotenusa
    è la somma di quelli fatti sui due cateti.




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