Library / Literary Works

    Giuseppe Paolucci

    Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa

    Di febbre ria, ma più dal duolo oppressa
    Langue, o Tirsi, d'Arcadia il più bel fiore;
    Ninfa, che non so dir, se porti impressa
    Beltà maggior nel volto, oppur nel cuore.

    E langue sì, ch'ella non par la stessa,
    Che di tant'alme vinte ebbe l'onore:
    Tal di maligno umor nube atra e spessa
    Cuopre que' lumi, ond'è sì dolce amore.

    Ma da' languidi rai non però cade
    Men grave il dardo, ond'è il mio cuor s'accende,
    Anzi vie più pungente il fa pleiade:

    Che quando da virtude il vigor prende
    D'amore il fuoco, ei per mancar beltade
    Punto non scema, o chiaro meo risplende.




    POTRESTI ANCHE ESSERE INTERESSATO A


    © 1991-2023 The Titi Tudorancea Bulletin | Titi Tudorancea® is a Registered Trademark | Condizioni d'uso
    Contact