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    Ippolito Nievo

    Avanti un piccolo camposanto di campagna

    Voi, che di mistica ombra consolano
    i malinconici cipressi, o tumuli,
    voi nel silenzio, il vero
    favellate agli uomini.

    Menzogne narrano le vostre lapidi
    forse; ma inutili menzogne, libera
    di verità la voce
    intorno a voi diffondesi.

    «Sol di memorie, sol di fantasimi
    la vita intrecciasi, non è che spasimo
    l’ora che fugge; invano
    lunge da noi ricercano

    pace gli uomini.» — Così le povere
    croci susurrano, così gli estatici
    cipressi, le cui cime
    par che alle stelle accennino.

    E a lor rispondono le stelle: «L’ultima
    ragion dell’essere fra voi non celasi.
    Di vita nuova vive
    dopo morte lo spirito.

    La vita è spasimo? Su voi le candide
    ali pacifiche spiegano gli angioli;
    da voi sublimi al cielo
    spiegano il volo le anime.

    Che importa, o povere croci, se l’attimo
    che fugge lacrime spreme? se grondano
    i cuori umani sangue,
    se nel dolore struggonsi? —

    Entro la misera creta non palpita
    mortale spirito. In alto assurgano
    i cuori, in alto, in alto
    non è la morte il termine.»


    Canti del Friuli




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