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    Ippolito Nievo

    Riposo

    Come stanco viator, che si riposa
    dopo lungo cammin, giunto alla meta,
    così riposerò l’anima inquieta
    seduto al rezzo d’una piaggia ombrosa.

    I fiori a me non coglierò d’appresso;
    ma, l’occhio fiso nell’azzurro immenso,
    l’anima acquieterò nel dolce senso
    dell’abbandono di tutto me stesso.

    Sopra il mio capo, cinguettando, il volo
    apprenderà la rondin giovinetta,
    e laborioso tra la molle erbetta
    d’api ronzanti vagherà lo stuolo.

    L’aura sua voce donerà alle fronde,
    il sole ai vivi petali il sorriso ;
    mi aliterà soavemente in viso
    il bacio di viole moribonde.

    Misteriosa la voce delle cose
    favellerà dai rivi e dalle zolle,
    favelleran gli steli e le corolle
    dei pallidi narcisi e delle rose.

    Ed io, seduto sopra l’erba verde,
    con l’occhio fiso nell’azzurro immenso,
    mi lascerò cullar dal dolce senso
    in cui l’anima placida si perde.


    Canti del Friuli




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