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    Paolo Rolli

    Solitario bosco ombroso

    Solitario bosco ombroso,
    a te viene afflitto cor,
    per trovar qualche riposo
    fra i silenzi in questo orror.

    Ogni oggetto ch’altrui piace
    Per me lieto più non è:
    ho perduta la mia pace,
    son io stesso in odio a me.

    La mia Fille, il mio bel foco,
    dite, o piante è forse qui?
    Ahi! La cerco in ogni loco;
    eppur so ch’ella partì.

    Quante volte, o fronde grate,
    la vost’ombra ne coprì!
    Corso d’ore sì beate
    quanto rapido fuggì!

    Dite almeno, amiche fronde,
    Se il mio ben più rivedrò:
    Ah! Che l’eco mi risponde
    E mi par che dica no.

    Sento un dolce mormorio;
    un sospir forse sarà
    un sospir dell’idol mio,
    che mi dice tornerà.

    Ah! ch’è il suon del rio, che frange
    fra quei sassi il fresco umor
    e non mormora ma piange
    per pietà del mio dolor

    Ma se torna, vano e tardo
    Il ritorno, oh Dei! sarà;
    chè pietoso il dolce sguardo
    sul mio cener piangerà




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