Library / Literary Works

    Emilio Praga

    Egloga

    A Bernardino Zendrini
    Qui a bu, boira.


    Come, come restar fra queste mura
    Quando sapete
    Che son fioriti il monte e la pianura,
    E conoscete,
    Conoscete le valli e le pendici
    E le placide sponde
    Delle profonde — gioie albergatrici?

    Come restare? Abbacchiano le noci
    Sulle montagne;
    Già dei fanciulli le garrule voci,
    Fra le castagne,
    Empiono i rami a cui cascan le fronde,
    E i nidi abbandonati
    Son circondati — di testine bionde.

    La casicciuola e la castalderia
    Colman la botte;
    Dà il giovin vino alla malinconia
    La buona notte;
    E lune e falchi e santi e chiavi d’oro
    Già, sulle insegne oscure,
    Di ripinture ― parlano fra loro.

    Come, come restar fra questi avelli
    Che chiaman stanze?
    Copron di versi i lirici tinelli
    Le lontananze:
    Oh miei curati nelle vigne erranti
    Col tondo viso in foco
    E il parlar roco ― delle dee baccanti!

    Oh le donne, oh le chiacchiere del prato!
    Che laconismo!
    Nessun ti chiede, là, se sei soldato
    Del realismo,
    E nessuno s’impenna e fa gli occhioni
    Se vengono a sapere
    Che odii il mestiere ― d’imitar Manzoni.

    E vi son certe strade in Valtellina
    Cui far l’amore,
    Meglio che al muso e alla carta velina
    Di un editore:
    Conoscete il Legnone, o miei messeri?
    Là vivi i fiori stanno
    Che qui vi danno ― in polvere i droghieri.

    Oh tre ne voglio de’ miei vecchi amici
    Dal pazzo umore!
    Di quelli che son lieti od infelici
    Secondo l’ore,
    Che non parlan di moda e di cambiale,
    Ma in nuovi cieli immersi
    Fischiano i versi ― in cattedra e in piviale!

    Tre di costor che fanno il gaio viso
    Alla baldoria,
    E a cui l’arte congiunge in un sorriso
    Golgota e gloria;
    Tre di costoro per salir sui monti
    Ove l’Eterno addita
    Ch’è infinita ― la via degli orizzonti!

    E beverem, col capo all’ombra fresca
    Di qualche faggio,
    All’avvenir che i giovinetti adesca,
    Anch’esso in viaggio:
    Quando il ranume udrà queste parole,
    Riderem, se si adombra,
    Col capo all’ombra ― e colle gambe al sole!


    Penombre/Meriggi




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