Library / Literary Works

    Emilio Praga

    Sospiri all'inverno

    Stanco son io di splendidi
    Cieli e fronzute piante;
    Mi annoia lo spettacolo
    Di una beltà costante;
    Venga il dicembre, ed operi
    Un cambiamento a vista:
    Un grazie al macchinista
    Dal petto esalerò.

    Venga il gennaio, il placido
    Mese di pioggie e nevi,
    Venga, ed io chiuda il guscio:
    Oh giorni inerti e brevi,
    Vetri appannati, e amabili
    Grilli del focolare!
    Voglio l’uscio inchiodare,
    Cantar l’inverno io vò!

    Come cadenze tremule
    Di cori in lontananza,
    Belle, ridenti, tiepide,
    Nella tranquilla stanza
    Tornano le memorie
    Del luglio e dell’aprile,
    A colorir lo stile
    Del pallido pittor.

    E accosciata in un angolo
    Al muro crepitante,
    Sospirosa e pettegola
    Come una vecchia amante,
    La stufa mi consiglia
    A non varcar la soglia,
    E alle dolcezze invoglia
    Del solingo lavor.

    Quando la nebbia intorbida
    L’ampia campagna rasa,
    È pur dolce l’imagine
    Delle donne di casa:
    Le muse son, son gli angeli
    Del domestico cielo
    Cui della pioggia il velo
    Imperla la beltà!

    Le gonne allor bisbigliano
    Come selvette in maggio,
    E se il capo ti aggravano
    Nuvole di passaggio
    Ascolta.... erra uno strascico
    Nella vicina stanza?
    Ascolta; e la speranza,
    La fede tornerà.

    Venga il febbraio: ho un piccolo
    Vaso di sempre-vivi
    Che i vezzi non invidiano
    Dei fiorellini estivi;
    Ho un uccellino in gabbia,
    Un canerin gentile....
    Febbraio, marzo, aprile....
    Ecco l’estate ancor!

    L’estate ancor!... Fantastico
    Mio cor di pellegrino,
    Nè avran cessato i cantici
    Il bardo e il canerino:
    Giacchè siam quattro in gabbia,
    Ed all’amor si beve,
    Il mandorlo è una neve,
    La stalattite è un fior!




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