Library / Literary Works

    Ernesto Ragazzoni

    Rifugio verde

    Una profondità tremula e verde
    ove lo sguardo non iscorge rostro
    di pruno, e il piè tra i cespi alti si perde,

    (e, nel più folto, un rudere di chiostro
    con un nido di rondini al verone,
    e dentro, un altro dolce nido, il nostro),

    qualcosa come l’abitazïone
    d’una Bella nel Bosco, od il rifugio
    di qualche antico frate un po’ stregone.

    Vuoi che sia qui? A bere olezzi, indugio
    qui non vi fan che l’aure, e il sole a pena
    qua e là, tra fronda e fronda, apre un pertugio

    Ed è come un albor di luna piena
    per le colonne d’una cattedrale;
    una luce in sordina, ove sua lena

    perde ogni tinta, e par quasi d’opale.
    La foresta del «Sogno d’una notte
    d’estate» mai spirò fascino uguale.

    Soli, al rezzo degli alberi, con frotte
    d’augelli amici ai nostri piè, i signori
    noi sarem qui dei fonti e delle grotte;

    i compagni degli Elfi sognatori
    rannicchiati nei fràssini, e dei gnomi
    che sanno tutte le virtù dei fiori,

    e gli arcani dell’erbe e i loro nomi,
    e sbucano qua e là — di sotto ai tronchi —
    per fare capitomboli e còr pomi.

    Oberon sarà presso, ed i carbonchi
    che l’aura stessa muterà in isciami
    di lucciole, la sera, lungo i ronchi.

    Puck e Titania, d’esili ricami
    fatti d’aure e di luna, orneran l’ombra
    e Sigfrid l’empirà dei suoi richiami.

    Così che poi, dalla sua strada ingombra
    di tenebre, il solingo vïatore
    (che trasale ad ogni albero e s’adombra

    udendo intorno insolito clamore
    e vedendo brillare tra le foglie
    lungi, la nostra lampada d’amore)

    crederà di trovarsi sulla soglia
    di qualche Eden ignoto, almo ritiro.
    E come chi ad un fascino si toglie

    non si dilungherà senza un sospiro.




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