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    Faustina Maratti

    Invido sol che riconduci a noi

    Invido sol che riconduci a noi
    Pria dell’usato il luminoso giorno;
    Odo il nitrito de’ corsieri tuoi,
    Già miro l’alba frettolosa intorno.

    Deh non partire, o sol, da’ flutti Eoi:
    Lascia, che l’ombre ancor faccian soggiorno.
    Col puro scintillar degli astri suoi
    Non è il cielo men bello, o meno adorno.

    Se pietoso trattieni un qualche istante
    I raggi, e il corso, io sull’altar di Delo
    Voglio svenarti un’agna ancor lattante.

    Ah sordo Nume, io t’ho pregato invano!
    Tu sorgi, e al sorger del tuo raggio in cielo
    Gir dee l’altro mio sol da me lontano.




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