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    Gianni Alfani

    Ballatetta dolente

    Ballatetta dolente,
    va’ mostrando il mi’ pianto
    che di dolor mi cuopre tutto quanto.

    Tu te ne andrai imprima a quella gioia
    per cui Fiorenza luce ed è pregiata;
    e quetamente, che non le sie noia,
    la priega che t’ascolti, o sconsolata;
    poi le dirai affannata
    come m’ha tutto infranto
    il tristo bando che mi colse al canto.

    S’ella si volge verso te pietosa,
    ad ascoltar le pene che tu porti,
    traendo guai dolente e vergognosa,
    lei pingi come gli occhi miei son morti
    per li gran colpi e forti
    che ricevetter tanto
    da’ suoi nel mi’ partir, ch’or piagne in canto.

    Po’ fa’ sì ch’entri ne la mente a Guido,
    perch’ egli è sol colui che vede Amore,
    e mostrali lo spirito ch’un strido
    me trâ d’angoscia del disfatto core;
    e se vedrà ’l dolore
    che ’l distrugge, i’ mi vanto
    ched e’ ne sospirrà di pietà alquanto.




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