Library / Literary Works

    Giovanni Berchet

    Il trovatore

    ROMANZA


    Va per la selva bruna
    Solingo il trovator
    Domato dal rigor
    Della fortuna.

    La faccia sua sì bella
    La disfiorò il dolor;
    La voce del cantor
    Non è più quella.

    Ardea nel suo segreto;
    E i voti, i lai, l’ardor
    Alla canzon d’amor
    Fidò indiscreto.

    Dal talamo inaccesso
    Udillo il suo signor:
    L’improvido cantor
    Tradì sè stesso. —

    Pei dì del giovinetto
    Tremò alla donna il cor,
    Ignara fino allor
    Di tanto affetto.

    E supplice al geloso,
    Ne contenea il furor:
    Bella del proprio onor
    Piacque allo sposo.

    Rise l’ingenua. Blando
    L’accarezzò il signor:
    Ma il giovin Trovator
    Cacciato è in bando.

    De’ cari occhi fatali
    Più non vedrà il fulgor,
    Non berrà più da lor
    L’obblio de’ mali.

    Varcò quegli atri muto
    Ch’ei rallegrava ognor
    Con gl’inni del valor,
    Col suo liuto.

    Scese ― varcò le porte —
    Stette ― guardolle ancor:
    E gli scoppiava il cor
    Come per morte. ―

    Venne alla selva bruna:
    Quivi erra il Trovator,
    Fuggendo ogni chiaror
    Fuor che la luna.

    La guancia sua sì bella
    Più non somiglia un fior;
    La voce del cantor
    Non è più quella.




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