Library / Literary Works

    Iacopo Vittorelli

    Sonetto scritto da Venezia al Cavaliere Ippolito Pindemonte in Villa

    TREMOLA acquetta e verdeggianti zolle,
    Sparse di qualche fior bianco e turchino,
    Son gratissima invidia al Cittadino,
    Or che il Nemeo leon s’infuria e bolle.

    Oh d’un platano fresco a l’ombra molle
    Seder teco potessi in sul mattino,
    E teco a un zeffiretto vespertino
    Placidamente errar di colle in colle!

    Tutte mi scorreria le fibre e i nervi
    Quel tuo canto, o Signor, che al vivo esprime1
    Pastorelle ed agnei, boschetti e cervi.

    O cari faggi, o dilettose cime,
    Chi mi trattien? Quanto amerei vedervi
    Nell’atto d’ispirar sì dolci rime!

    Note

    1. Si allude alle singolari e veramente inimitabili Poesie campestri del Cav. Pindemonte, ch’egli andava componendo in quella sua deliziosa Villetta.




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