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    Lorenzo de' Medici

    Canzona de' profumi

    Siam galanti di Valenza
    qui per passo capitati,
    d’amor già presi e legati
    delle donne di Fiorenza.

    Molto son gentili e belle
    donne nella terra nostra:
    voi vincete d’assai quelle,
    come il viso di fuor mostra;
    questa gran bellezza vostra
    con amore accompagnate;
    se non siete innamorate,
    e’ saria meglio esser senza.

    Quanto è una buona spanna
    vaselletti lunghi abbiamo;
    se dicessi: - Altri v’inganna -
    noi ve li porremo in mano:
    ritti al luogo li mettiamo;
    nella punta acceso è il foco,
    onde sparge a poco a poco
    dolce odor, che ha gran potenza.

    Or dell’olio vogliam dire:
    ha odore e virtù tanta,
    che fa altri risentire
    dal capo insino alla pianta.
    L’olio è una cosa santa,
    s’è stillato in buona boccia:
    esce fuori a goccia a goccia;
    se più pena, ha più potenza.

    L’olio sana ogni dolore
    e risolve ogni durezza;
    tira a sé tutto l’umore,
    trae del membro la caldezza,
    penetrando la dolcezza
    quanto più forte stropicci:
    se hai triemiti o capricci,
    usa l’olio e sarai senza.

    Noi abbiamo un buon sapone,
    che fa saponata assai:
    frega un pezzo, ove si pone:
    se più meni, più n’arai.
    Èvv’egli accaduto mai,
    donne, aver l’anella strette?
    Col sapon, che cava e mette,
    cuoce un poco: pazïenza!

    Donne, ciò che abbiamo è vostro.
    Se d’amor voi siate accese,
    metterem l’olio di nostro,
    ungeremo a nostre spese;
    abbiam olio del paese,
    gelsi, aranci e monguï:
    se vi piace, proviam qui:
    fate questa esperïenza.


    Canti carnascialeschi




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