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    Nicola Sole

    La Guerra

    All’armi, o figliuoli dell’itala terra!
    Su nero Cavallo, che raspa nel suolo,
    Cerchiata di nembi si affaccia la Guerra
    Fra l’aspre montagne del vecchio Tirolo.
    Col guanto d’acciaio percuote l’arcione
    Le briglie agitando sul manco coscial:
    Le ondeggia sul capo sanguigno pennone,
    Le avvampa nel guardo sorriso feraL
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    Il nero Cavallo con avide nari,
    La folta scuotendo prolissa criniera,
    Aspira l’olezzo de’ monti e de’ mari
    Siccome percosso da tromba guerriera:
    E strappa feroce le redini ondanti,
    Sbattuto ne’ fianchi da febbre crudel,
    Ed empie di lunghi nitriti sonanti
    I venti odorati dell’italo ciel
    All’armi, o figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    Siccome riscosso dal prode Faliero
    Dal sonno si scuote, sollevasi in arco,
    E gitta un profondo ruggito guerriero
    Fremendo l’antico León di S. Marco.
    Le gondole sparse pe’ lunghi canali
    Rispondono al grido del vecchio Leon,
    E tutte gremite d’acuti pugnali
    Convengono a fiera sanguigna tenzon.
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! La Guerra!

    Su, lascia tu pure la greppia dorata,
    Sebezio cavallo, dal piede di vento:
    Ti cinga la marzia gualdrappa listata
    Da’ nostri colori con orli d’argento.
    Sonante ne l’armi, dell’elmo coperto
    Il forte Sabaudo trionfi con te!
    La spada d’Italia brandiscila, Alberto,
    E scendi nel campo coll’ira d’un Re!
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    Il nostro riscatto, fratelli, c’incresca,
    Se liberi anch’essi non sono i Lombardi!
    Implori la vita quest’orda Tedesca
    Innanzi a la punta de’ brandi gagliardi:
    E al giorno, in che venne fra gl’itali, imprechi,
    Versando col sangue l’estremo sospir;
    Nè vivo rimanga chi l’ultime rechi
    Parole sull’Istro di quei che morîr.
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! La Guerra!

    Dai monti, dai piani, da’ mari venite,
    Figliuoli d’Italia: la Guerra v’aspetta:
    In sella montate: le lance brandite:
    Correte ne’ ranghi60: gridate vendetta.
    Coraggio, coraggio! La Guerra è la vita:
    La pace de’ servi mai vita non fu:
    L’Europa commossa fra l’armi v’invita:
    Vi scorra ne’ petti novella virtù.
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    Nessun più ci appelli progenie d’eroi,
    Se un sangue da schiavi ci gonfia le vene!
    La nostra salute dipende da noi:
    La boria degli avi non frange catene!
    Il campo dell’aria ravvivano i venti!
    I nembi fan bella la faccia del mar:
    La Guerra è la vita de’ petti frementi,
    La gioia de’ forti garzoni è l’acciar!
    All’armi, o figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    Conserta tra lampi l’ondivaga chioma,
    Per arma suprema brandendo la Croce,
    Un angiolo alzato sul capo di Roma
    Parlò ne le genti di Cristo la voce!
    La voce tremenda, che i popoli scosse,
    Che Italia dal servo giaciglio levò:
    La Francia l’intese, la Francia si mosse,
    E un trono di sangue per sempre spezzò.
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    La man dell’Eterno, che i popoli aiuta,
    Che sola de’ Regni matura le sorti,
    Finanche nel petto dell’Austria canuta
    Ha desta l’ardente rivolta de’ forti!
    Il soglio Tedesco dal fondo tentenna:
    Fiammeggian sull’Istro novelli color.. ..
    Le proprie catene distruggi, o Vienna;
    E t’abbi il perdono del nostro dolor!
    All’armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!

    O donne d’Italia! — Di sangue bagnati,
    Cospersi la fronte di nobil sudore,
    Verremo ne’ vostri saloni danzati
    Ad arder nel fuoco d’un italo amore!
    Il vostro sorriso l’affetto coroni
    De’ prodi, che baldi dal campo tornar;
    Le vostre pietose dolenti canzoni
    Sian premio de’ forti che spenti restàr.
    All’ armi, figliuoli
    Dell’itala terra!
    La Guerra! la Guerra!


    Marzo 1848.




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