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    Anton Maria Salvini

    Sonetto III

    Città quì non abbiam stabile e ferma;
    Nella città di Dio son nostri onori.
    Da cui guerra, e tumulto alberga fuori,
    Dalle nostre follie e scevra, ed erma.
    Ma non rimira nostra mente inferma
    Altro che oggetti di terrestri amori:
    Ne si levan dal fango i nostri cuori:
    Sulla terra il pensier s’affissa, e ferma .
    Al Cielo, al Cielo, o alma; le divine
    Doti adora del tuo Padre celeste
    Colle ginocchia della mente inchine.
    E chi tra queste forti aspre . tempeste
    Fuor che il Padre del Ciel, e in queste spine.
    Di speranza di gloria ti riveste?


    Sonetti XIV. sopra il Pater noster fatti dal Sig. Dottore Anton Maria Salvini il giorno dell’Ascensione l’anno 1721. nel tempo della sua gotta, per divozione del giorno, e per alleggerii mento di quella.




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