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    Emilio Praga

    I Re Magi

    A mia Madre


    I bei vegliardi dallo scettro d’oro
    Che per la neve, sotto il ciel sereno,
    Sostar sommessi alla mia porta udìa,
    La notte della santa Epifanìa,
    O son morti di freddo, o son malati,
    Nei paesi del sole,
    I bei vegliardi dallo scettro d’oro!

    Quando la mia scarpetta in sul verone
    Tutta avvizzita facea la rugiada,
    E tu madre, domestica regina,
    La colmavi di doni alla mattina,
    Io ricciuta avea il crin, candida l’alma,
    E ogni alba che venìa
    Di giornate regali il don mi offrìa.

    Un giovin Sire senza scettro d’oro,
    Ma cui nutrian d’aromi e terra e cielo,
    E una corte di sogni e di speranze
    Complimentava fra beate stanze,
    Era in quei giorni io stesso:
    Io che il perduto imper sospiro adesso!

    I bei vegliardi dallo scettro d’oro
    Che per la neve, sotto il ciel sereno,
    Sostar sommessi alla mia porta udìa,
    La notte della santa Epifanìa,
    O son morti di freddo o son malati
    Nei paesi del Sole,
    I bei vegliardi dallo scettro d’oro!




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