Library / Literary Works

    Faustina Maratti

    Io mi credea la debil navicella

    Io mi credea la debil navicella
    Rotta dall’onde e stanca di cammino
    Ritrar nel porto che scorgea vicino,
    Che troppo corse in questa parte e in quella:

    E credea già calmata ogni procella,
    E sazio in parte il mio crudel destino,
    E che il Ciel più sereno a me il divino
    Raggio mostrasse di propizia stella.

    Ma da barbaro clima un vento è sorto,
    Che mi sospinge a forza in uno scoglio,
    Talché il naviglio ahi fia dall’onde assorto!

    E sì del vento rio cresce l’orgoglio,
    Che la tema di morte in fronte io porto,
    Ma pur convien ch’io vada ov’io non voglio.




    POTRESTI ANCHE ESSERE INTERESSATO A


    © 1991-2023 The Titi Tudorancea Bulletin | Titi Tudorancea® is a Registered Trademark | Condizioni d'uso
    Contact