Library / Literary Works

    Giacomo Zanella

    La religione materna

    Dall’orïente ascoso
    Entro notturne bende
    Per calle avventuroso
    Un pellegrino ascende,
    A cui fedel lucerna
    Diè nel partir la carità materna.

    È l’orizzonte oscuro,
    Incognito il cammino:
    Pur a que’ rai securo
    Ascende il pellegrino
    Verso la patria ignota,
    Che scorge in fondo all’avvenir remota.

    Ma candido barlume
    Già rompe in ciel: vacilla
    E si scolora il lume
    Dubbioso alla pupilla
    Del vïator, che a stento
    Anco il ricopre colla man dal vento.

    Più del cammino acquista,
    E più nel sol che nasce,
    L’avvalorata vista
    Maravigliando ei pasce;
    Già l’umil lampa obblia,
    Al cui santo splendor prese la via.

    Sul mezzodì procede,
    E nel chiarore immenso
    Spenta la lampa ei crede,
    Perchè velata al senso.
    Folle credenza! Eterno
    Vive il ricordo dell’amor materno.

    Al termin del sentiero
    Sale a ponente un monte.
    Il sol declina: in nero
    Si tinge l’orizzonte.
    A tremolar distinta
    Torna la fiamma ch’ei credeva estinta.

    Torna il bel raggio, e torna
    Lontana ricordanza
    D’una chiesuola adorna,
    D’una solinga stanza,
    Ove materna fede
    La lampa accese che al partir gli diede.

    Sereno avanza il passo
    Per l’aria tenebrosa,
    Finchè su breve sasso
    Stanco la lampa ei posa;
    Posa attendendo il messo,
    Che lo rinnovi nel materno amplesso.




    POTRESTI ANCHE ESSERE INTERESSATO A


    © 1991-2023 The Titi Tudorancea Bulletin | Titi Tudorancea® is a Registered Trademark | Condizioni d'uso
    Contact