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    Isabella Morra

    Fortuna che sollevi in alto stato

    Fortuna che sollevi in alto stato
    ogni depresso ingegno, ogni vil core,
    or fai che ’l mio in lagrime e ’n dolore
    viva più che altro afflitto e sconsolato.

    Veggio il mio Re da te vinto e prostrato
    sotto la rota tua, pieno d’orrore,
    lo qual, fra gli altri eroi, era il maggiore
    che da Cesare in qua fusse mai stato.

    Son donna, e contra de le donne dico
    che tu, Fortuna, avendo il nome nostro,
    ogni ben nato cor hai per nemico.

    E spesso grido col mio rozo inchiostro
    che chi vuole esser tuo più caro amico
    sia degli uomini orrendo e raro mostro.




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