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    Jacopo Sannazaro

    Epitafio di Didone

    Del funesto arbor l’ ombre oscure e spesse
    fuggi, fuggi, crudel, heu! fuggi, infido;
    non legger, se non sei pietoso e fido,
    le meste lettre in la cieca urna impresse.

    Qui son le spoglie insanguinate e oppresse
    de l’ infelice e abandonata Dido,
    qual, per sanar dove le die’ Cupido,
    la data spada in mezzo il petto messe.

    E se di ciò, viator, ella fu vaga,
    non te stupir, perché chiaro si vede
    che spesso l’ una doglia l’ altra appaga.

    Stolta fu ben, e stolto è quel che crede
    sanar con doglia un’ amorosa piaga,
    ché ’l duol di quella ogn’ altra doglia eccede.




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