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    Nicola Sole

    Romanza

    Tu noi sai, ma nell’ora quieta,
    Quando in cielo la notte è più pura,
    Solitario, vagante poeta
    Veglio il piè di tue candide mura;

    Veglio e guardo a le stelle mancanti
    Come ai primi delirii del cor;
    Come ai sogni di giovani, erranti
    Fra le prime tempeste d’amor.

    Nel seren di tue splendide stanze
    Tu con l’arpa, o fanciulla, ragioni,
    Ricantando ballate e romanze,
    Vecchi amori, ridenti canzoni.

    Del veron pei cristalli lucenti
    Il tuo vago fantasma traspar,
    Come luna fra nubi cadenti,
    Come stella riflessa nel mar.

    In quell’ora le lagrime oblio
    Di che l’alma, gran tempo, ho nudrita,
    In quell’ora favello con Dio,
    Della vita delibo la vita:

    L’onde, i venti, le stelle, la terra
    Tutto è canto in quell’ora per me;
    È menzogna lo sdegno e la guerra
    In quell’ora, beata da te!

    Oh, se spesso la tomba invocai,
    Svigorito da l’ire del mondo,
    Se un pugnal pel nemico affilai
    Nei consigli di un odio profondo,

    In quell’ora, un incanto novello
    Mi fa cara la vita mortal,
    Il nemico fa dirmi fratello,
    Da le mani mi strappa il pugnal!




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